Quel che so è che non so

person Pubblicato da: Dr. Giuseppe Vagnoni list In: Esperienze in studio

Un caso apparente di ernia o protrusione discale

Sabato 26 marzo 2011 mattina, sono circa le nove, mi chiama una signora per chiedermi un consiglio sul da farsi per il suo mal di shciena che da qualche giorno si fa sentire ma che nelle ultime ore è diventato invivibile, dolore forte, impossibilità a fare qualsiasi cosa.

Do la mia disponoibilità per visitarla alle 14.00 dicendogli che ho un corso alle 14.30 e che quindi sarò “breve”, ma proveremo a farci un’idea della situazione.

Viene all’appuntamento, accompagnata da suo marito poichè non riusciva a muoversi e mi dice che poco dopo avermi chiamato al telefono, è svenuta dal dolore e ha deciso di andare al pronto soccorso, dove gli hanno proposto una flebo con antidolorifico ma lei ha deciso di tornare a casa senza trattamento.

Arriva in studio, lamenta un dolore forte con irradiazioni che vanno al polpaccio e al tallone, bilateralmente. La invito a sdraiarsi sul lettino visto l'impossibilità di poter fare alcun test. Si sdraia con molta sofferenza. Tra me e me inizio a pensare che se ne andrà come è arrivata ed anche che ho solo 30 minuti per provare ad aiutarla.

Ho fatto tre cose dopo che si è stesa:

1) ho eseguito per circa un minuto una tecnica di rilascio pelviso/sacrale

2) ho preso uno stiletto metallico che uso per stimolare alcuni punti sia sull’orecchio che sul corpo e ho stimolato la zona riflessa del bacino e colonna sull’orecchio, sia sul lobo anteriore che posteriore (quest’ultimo aiuta la bascula pelvica)

 

3) con lo stesso stiletto metallico ho tracciato delle linee dal pube fino all’ombelico: centrali (vaso concezione) e laterali (meridiano rene e stomaco), si stimola fino ad ottenere una linea rossa sulla pelle, una sorta di massaggio connettivale (la figura è solo per rendere meglio l'idea)

Fatto queste tre cose, gli chiedo di verificare l'intensità del dolore muovendosi, se sente delle differenze nel dolore, diminuito o aumentato; non sente più nulla, si muove, si divincola ma non riesce a sentire il dolore. La faccio alzare e anche così non lo percepisce se non appena sul gluteo, ma nulla di rilevante. Il trattamento è durato dieci minuti in tutto e forse meno. Ci siamo salutati con l’impegno di tenerci in contatto, visto che il lunedì avrebbe fatto una risonanza.

Il lunedì mattina mi invia un sms e mi dice che sta passeggiando in spiaggia, ha disdetto la risonanza.

Riporto questa esperienza perchè sono quelle cose che a volte accadono in questo lavoro e  che si fa fatica a comprendere e debbo dire che non mi sforzo nemmeno molto in tal senso, alla fine ciò che conta è che stia meglio.

Ma questo ci conferma ancora una volta quanto l’uomo sia “magico” nel suo modo di funzionare.

A partire da un quadro funesto, ernie, risonanze, cortisonici etc si arrivi senza fare quasi niente a cancellare magicamente tutto.

Tutto quello che studi e che sembra abbia una certa linearità va a farsi friggere.

Il buon Einstein è stato abbastanza chiaro in questo

La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché.” 

So solo che sono stato bene tutto il pomeriggio.

Dr. Vagnoni Giuseppe

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